Bartolomeo Campagnoli (1751 – 1827),

fu violinista di formazione e lavorò presso corti e capitali in Europa. Fu a Roma, a Dresda ed infine (dal 1979 al 1818) a Lipsia, dove fu primo violino della prestigiosa orchestra del Gewandhaus. Le sue composizioni sono per la maggior parte dedicate agli strumenti ad arco e molti di questi lavori hanno una dimensione prettamente didattica, come ad esempio i famosi “41 Capricci per sola Viola” e i “7 divertimenti per solo Violino”. Senza dimenticare un Metodo (costituito da ben 132 lezioni separate), pubblicato da Ricordi nel 1797 e da allora molte volte tradotto in varie lingue e ripubblicato.

È proprio attorno a questo periodo che risale la composizione di questi sei delizioni quartetti, scritti quasi in forma di serenata, con il flauto protagonista, accompagnato dal trio d’archi. Ed è proprio il flauto che è chiamato a “ingaggiare” una vera e propria gara di agilità con il violino, come anche altri compositori all’epoca era soliti fare nelle loro composizioni dedicate allo strumento a fiato: pensiamo ai lavori di Tartini, Rolla e Mercadante, dove il flauto trova una nuova, sorprendente dimensione solistica. L’atmosfera predominante è la lucentezza, l’ariosa espressività di questi lavori. Fa eccezione il quartetto n. 4, nella tonalità di mi minore – l’unica tonalità in minore di tutta la raccolta, e l’unica in tre movimenti – con un Andante centrale grazioso di soave gravità che non sarebbe dispiaciuto al giovane Mozart.

Questo disco arrichisce il catalogo Brilliant Classics che al compositore aveva già dedicato un’altra registrazione, una raccolta di sei quartetti eseguiti dall’Ensemble Symposium ( BC95037) e presenta un libretto in forma di saggio firmato da Maria Teresa Dellaborra, una delle più importanti musicologhe specializzate nella musica italiana strumentale fra settecento e ottocento.