Tarquinio Merula (Busseto, 1595 – Cremona, 1665) fu compositore, organista e violinista. Musicista di estrema raffinatezza armonica e di grande solidità contrappuntistica, estroso, modernissimo e geniale per quel che riguarda gli aspetti ritmico-metrici della composizione, Merula è sicuramente uno dei compositori di maggior spessore del primo Barocco in Italia. Con la sua ricca produzione vocale e strumentale egli ha infatti contribuito in maniera significativa all’evoluzione del linguaggio musicale seicentesco: i suoi mottetti per voce e archi sono tra i primi esempi documentati di un genere che continuerà a prosperare sino a Settecento inoltrato, così come fondamentale è il suo contributo allo sviluppo della Sonata per ensemble d’archi.
Il nuovo CD dell’Ensemble Il Demetrio offre all’ascolto una significativa scelta di composizioni tratte dalla produzione sacra di Merula per voci e strumenti (messe escluse). Si tratta di brani concepiti per piccoli formazioni vocali/strumentali: non più di tre solisti vocali con la partecipazione di due violini (talvolta addirittura uno solo) e del basso continuo. Non tragga però in inganno l’apparente modestia degli organici, che nulla ha a che fare con la qualità, sempre altissima, della scrittura di Merula, e con la ricchezza della sua invenzione musicale.
Sorprendente è infatti la varietà delle strategie stilistico-formali con le quali egli si confronta, in maniera sempre nuova e fantasiosa, con i consueti testi della liturgia. Peculiare del musicista è la straordinaria attenzione rivolta all’accentuazione della parola singola: ne scaturiscono invenzioni ingegnose, soluzioni raffinatissime e sperimentali che alterano in modo sorprendente, ma elastico e naturale, il fluire metrico della musica, restituendo intatto all’ascoltatore il ritmo interno del testo.
La gamma delle possibilità espressive è esplorata in tutta la sua complessità, spaziando da una morbida tenerezza di stampo madrigalistico a un’intonazione del testo sacro assai più sobria, oratoria; senza rinunciare (come avviene nelle composizioni a voce sola) al ricorso al virtuosismo canoro puro.
Maurizio Schiavo